Parkambiente va a scuola

Parkambiente nell’intento di prevenire il disagio sociale in tutte le sue forme, prende in considerazione anche il disagio psicologico derivante dai disturbi specifici di apprendimento che rappresentano un fattore di rischio primario per la dispersione scolastica. Infatti la situazione psicologica dei bambini e ragazzi con disturbi specifici di apprendimento è particolarmente delicata  e richiede attenzione soprattutto da parte della scuola.

Il problema non è semplice e ha una lunga evoluzione, modificandosi con il passare degli anni  e del ciclo scolastico. In ogni fase l’atteggiamento dei docenti, dei compagni di classe e della famiglia hanno un grande peso nel determinare evoluzioni positive o negative del vissuto psicologico di questi ragazzi. Quasi inevitabilmente l’insuccesso nell’apprendimento di alcune attività elementari porta a vissuti di sfiducia, al calo dell’autostima, alla convinzione di essere poco intelligenti oppure di essere incapaci. Molti di questi ragazzi non hanno una diagnosi e i frequenti equivoci sulla pigrizia, svogliatezza e mancanza di impegno o di attenzione, si perpetuano nel tempo con i loro effetti negativi.

E’ chiaro che l’ambiente scolastico (insegnanti e compagni) hanno un ruolo fondamentale nel cristallizzarsi ( o nel contrastare) queste interpretazioni sbagliate. Di fondamentale importanza è pertanto il riconoscimento del problema: l’insegnante è in una posizione privilegiata per l’osservazione, dato che trascorre molte ore con gli alunni e può confrontare comportamenti e ritmi d’apprendimento, rilevando facilmente gli scostamenti nel gruppo classe.Tuttavia non appare un compito semplice per i docenti imparare a riconoscere i diversi segnali predittivi, riuscire a comunicare in modo efficace con le famiglie senza che questi si sentano messi sotto accusa.

Parkambiente vuole offrire una possibilità di comunicazione e supporto, offrendo gratuitamente ai docenti degli incontri con un logopedista esperto in neuropsicologia dell’età evolutiva che possa offrire loro strategie concrete per instaurare una comunicazione efficace e proficua con le famiglie dei bambini coinvolti, costruire nell’ambito della classe occasioni in cui il ragazzo con DSA sperimenti l’autoefficacia e sfugga ai continui fallimenti che porterebbero ad una cristallizzazione dell’idea di incapacità. La pratica dell’Orienteering può dare un contributo sostanzioso, fornendo attraverso il gioco le chiavi per la risoluzione delle problematiche.

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